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dai GIORNALI di OGGI

Febbre suina, allarme dagli Stati Uniti "Forse tardi per fermare l'epidemia"

In Messico migliaia di contagiati, 20 morti e 40 decessi sospetti. Sospese tutte le attività pubbliche nella capitale

autorità Usa: malattia si trasmette uomo-uomo, ma reagisce a antivirali. vertice oms

2009-04-25

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2009-04-22

CORRIERE della SERA

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2009-04-25

autorità Usa: malattia si trasmette uomo-uomo, ma reagisce a antivirali. vertice oms

Febbre suina, allarme dagli Stati Uniti "Forse tardi per fermare l'epidemia"

In Messico migliaia di contagiati, 20 morti e 40 decessi sospetti. Sospese tutte le attività pubbliche nella capitale

A Città del Messico la gente gira per le strade indossando le mascherine (Reuters)

A Città del Messico la gente gira per le strade indossando le mascherine (Reuters)

CITTÀ DEL MESSICO - È allarme in Messico e negli Stati Uniti, per un nuovo tipo di febbre suina che si starebbe trasmettendo da uomo a uomo e che potenzialmente potrebbe dar vita ad una pandemia. Il virus che è stato rilevato prima in Messico e poi negli Stati Uniti, secondo l'agenzia governativa americana per la salute Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) di Atlanta, è un mix inedito di virus di solito presenti tra maiali, uccelli e esseri umani. Il Cdc di Atlanta teme che sia "probabilmente troppo tardi" per riuscire a contenere una nuova epidemia di influenza suina. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto sapere che già sabato potrebbe essere convocata una riunione di emergenza.

MESSICO - La situazione peggiore è al momento a Città del Messico dove prima le scuole e le università sono state chiuse e poi anche altri luoghi pubblici, come biblioteche, musei e teatri. Il sindaco Marcelo Ebrard ha anche ordinato la sospensione di ogni attività pubblica, in ottemperanza delle raccomandazioni emanate dal ministero della Sanità. Il governo messicano ha annunciato che sono 20 le vittime accertate nel Paese per il nuovo ceppo dell'influenza suina, mentre sono in corso accertamenti su altre 40 vittime. Il ministro della Salute di Città del Messico, Jose Angel Cordova, ha rivisto le precedenti stime, sottolineando che il tasso di mortalità si è ridotto. I casi di contagio nel Paese centro-americano sono 1.004. L'Oms, l'organizzazione mondiale della Sanità, parla di 70 vittime, anche se non è ancora chiaro se tutti i decessi siano da attribuire allo stesso tipo di virus.

USA - Negli Stati Uniti invece al momento i casi confermati sono 8, ma 7 delle persone che sono state contagiate non risultano adesso avere più sintomi e sono guarite. I primi ad ammalarsi negli States sono stati un ragazzo e una ragazza nelle due Contee più a Sud della California. Poi sono stati scoperti altri 6 casi attraverso la rete di sorveglianza della normale influenza. Nessuno dei pazienti, che presentavano sintomi molto simili all'influenza, ha avuto alcun contatto diretto con i maiali. Fra i contagiati, due sedicenni che frequentano la stessa scuola a San Antonio e un padre e una figlia. Secondo il Cdc, dunque, la malattia si starebbe trasmettendo da uomo a uomo. In ogni caso il presidente degli Stati Uniti Barack Obama viene aggiornato e sta seguendo la vicenda ora per ora.

I CASI - La maggior parte dei casi finora rilevati si concentrano soprattutto a Città del Messico - la cui area urbana rappresenta una megalopoli di oltre 20 milioni di abitanti - ma sono stati scoperti anche a San Luis Potosì, nella Baja California (nord) e a Oaxaca (sud). Il ministero della Sanità ha chiesto ai cittadini di prendere misure di protezione per evitare il contagio: non visitare luoghi affollati, mantenersi lontani da persone con problemi respiratori, lavarsi le mani con acqua e sapone, non condividere i pasti, ventilare le case e gli uffici e pulire gli strumenti di uso condiviso.

VACCINAZIONI DI MASSA - Il ministro messicano della Sanità, Josè Angel Cordova Saavedra, ha spiegato successivamente che l'epidemia di influenza suina è causata da "un virus mutante altamente contagioso", mentre le autorità di Città del Messico hanno annunciato una vasta campagna di vaccinazione contro la malattia. "Siamo di fronte ad un nuovo virus influenzale i cui sintomi sono: febbre superiore ai 39 gradi che si presenta all'improvviso, tosse, mal di testa intenso, dolori muscolari e alle articolazioni, irritazione degli occhi" ha detto Cordova. Il virus noto come H1N1, ha sottolineato il ministro, "ha subito una mutazione dai maiali agli esseri umani" ed è comparso per la prima volta circa due mesi fa nel sud degli Stati Uniti, e anche se è diverso "da quello dell'influenza aviaria, che è molto più aggressivo" non è detto che i vaccini disponibili finora risultino efficaci. Il responsabile della Sanità di Città del Messico ha annunciato da parte sua una "vasta campagna di vaccinazione". In una conferenza stampa, Armando Ahued ha informato che circa un milione di dosi di vaccini saranno inviati alle autorità della capitale dal governo federale, aggiungendo però che teme che non siano sufficienti.

UE - La Commissione europea segue da vicino i casi di influenza suina segnalati negli Stati Uniti e in Messico in "stretto contatto" con l'Oms. Lo ha detto la portavoce della commissaria Ue alla salute Androulla Vassiliou. L'esecutivo europeo "segue da vicino la situazione", ha detto la portavoce Nina Papadoulaki sottolineando che questo avviene in stretto contatto con l'Organizzazione mondiale della sanità, con gli Stati Uniti e l'Agenzia per la prevenzione e il controllo delle malattie europea che ha sede a Stoccolma.

ISTITUTO DI SANITÀ - Se fosse confermato che la trasmissione del virus dell'influenza suina nei casi segnalati in Messico sia avvenuta da uomo a uomo, questo indicherebbe un salto di specie compiuto dal virus: il virus potrebbe quindi essere capace di infettare e propagarsi nell'uomo innescando il rischio di pandemia. È quanto afferma il direttore del reparto di Epidemiologia dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) Stefania Salmaso. Al momento, ha precisato l'esperta, "non vi sono vaccini disponibili, poichè non si tratta di un virus di origine umana". Se l'ipotesi di una trasmissione diretta uomo-uomo fosse confermata, ciò indicherebbe, ha spiegato l'esperta, "che il rischio pandemia nell'uomo potrebbe arrivare non solo dal virus H5N1 dell'influenza aviaria degli uccelli, come finora maggiormente temuto dall'opinione pubblica, ma anche da virus influenzali tipici di specie più vicine all'uomo, come appunto i maiali". Tale eventualità, ha inoltre precisato, "non coglierebbe comunque gli esperti impreparati, poichè era già noto che il virus influenzale dei suini poteva rivelarsi potenziale origine di virus pericolosi per l'uomo". Va detto, ha aggiunto, che "la preparazione ad un'eventuale pandemia nell'uomo è già in corso in quasi tutti i Paesi del mondo". L'esperta ha infine invitato ad evitare gli allarmismi: "In Italia e in Europa - ha detto - non ci sono casi segnalati di influenza da suini nell'uomo, e sono in atto sistemi di sorveglianza e monitoraggio degli animali".

OMS - Alcuni dei campioni di virus prelevato presso malati in Messico hanno la stessa struttura genetica del virus che ha colpito la California, ha affermato a Ginevra l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). L'Oms segue la situazione da vicino ed esamina le informazioni disponibili, ha detto una portavoce. Il portavoce Gregory Hartl ha peraltro detto che l'Oms convocherà, in un prossimo futuro, un comitato di emergenza che valuterà se la situazione costituisce un evento di sanità pubblica da preoccupazione internazionale.

IL VICEMINISTRO DELLA SALUTE - "La situazione non è al massimo livello di guardia, è alla fase 3 non 4, quindi per il momento è semplicemente un'allerta che riguarda gli istituti superiori di sanità e i medici: stiamo osservando la situazione". Lo ha detto il viceministro alla salute Ferruccio Fazio. "Noi siamo in collegamento con l'Oms, abbiamo allertato la rete Influnet che utilizziamo nei casi di allerta per la sorveglianza sia epidemiologica sia sindromica". "In queste ore - ha aggiunto Fazio - si sta anche valutando l'opportunità di assumere iniziative relative a controlli alle frontiere". L'Italia non importa suini o carne di maiale dal Messico mentre quella arrivata dagli Stati Uniti nel 2008 è inferiore alle 100 tonnellate - spiega la Coldiretti -, ma di fronte alle emergenze sanitarie che si rincorrono servono misure strutturali con un sistema di etichettatura obbligatorio che indichi la provenienza e l'origine di tutti gli alimenti, come elemento di trasparenza per produttori e consumatori e a garanzia della sicurezza alimentare.

24 aprile 2009

REPUBBLICA

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2009-04-25

Mille i casi sospetti nel paese latino americano, 20 i decessi accertati, 40 i casi in accertamento

Otto ricoverati negli Stati Uniti. "Si trasmette da uomo a uomo". Il Centro malattie di Atlanta lancia l'allarme

Febbre suina in Messico e Usa

"Tardi per evitare l'epidemia"

Allerta anche in Italia: "Siamo in collegamento con l'Oms, allertati i medici"

Febbre suina in Messico e Usa "Tardi per evitare l'epidemia"

WASHINGTON - Venti il numero dei morti accertati in Messico per il nuovo ceppo dell'influenza suina mentre sono in corso accertamenti su altre 40 persone decedute. La maggior parte delle vittime ha fra i 25 e i 45 anni. I casi di sospetta infezione nel paese latino americano sono poco più di mille; otto negli Stati Uniti. E' allarme sanitario per l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Domani riunione d'emergenza dell'Oms per frenare il rischio epidemia ma fin d'ora il Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie Usa (Cdc) di Atlanta teme che sia "probabilmente troppo tardi".

Preoccupazione anche in Italia. "La situazione non è al massimo livello di guardia, per il momento è semplicemente un'allerta che riguarda gli istituti superiori di sanità e i medici: stiamo osservando la situazione", ha detto il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio. "Siamo in collegamento con l'Oms, abbiamo allertato la rete Influnet che utilizziamo per la sorveglianza sia epidemiologica che sindromica - ha aggiunto - e in queste ore si sta anche valutando l'opportunità di assumere iniziative relative a controlli alle frontiere". Comunque, ha precisato Fazio, l'Italia "dispone di un preciso piano, concordato con gli altri stati dell'Ue, di preparazione e risposta a un'eventuale pandemia influenzale, e dispone di ampie scorte di farmaci antivirali in caso di necessità".

"Si trasmette da uomo a uomo". L'Oms ha attivato l'apposito Strategic Health Operations Centre (Shoc) per seguire la situazione e lo stesso presidente Barack Obama è costantemente informato sull'evoluzione della malattia. Le persone contagiate erano tutte entrate a diretto contatto con i suini: ciò suggerisce la possibilità che il virus possa trasmettersi da uomo a uomo. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, il virus ha la stessa struttura genetica di quello riscontrato nel Sud degli Stati Uniti: un mix inedito di virus di solito presenti tra maiali, uccelli e umani. "Ma non siamo disarmati", tranquillizzano. "Il virus H1N1 reagisce all'antivirale Tamiflu".

Chiuse le scuole. "I casi sospetti in Messico si sono manifestati da fine marzo con un apice in aprile", ha detto la portavoce dell'Oms Fadela Chaib. Il ministro della Sanità messicano José Angel Cordova Saavedra, ha annunciato una vasta campagna di vaccinazione contro la malattia. Alla popolazione è stato consigliato di non stringere le mani delle persone, di non dividere cibo o usare le stesse posate o bicchieri per paura di contrarre la malattia. Per prevenire altri contagi, le lezioni nelle scuole e nelle università sono state sospese.

(24 aprile 2009)

 

L'UNITA'

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2009-04-25

In Messico e Usa virus dai suini che si trasmette tra umani: 70 morti

di Cristiana Pulcinelli

In Messico avrebbe già provocato 800 casi e 70 morti, 57 dei quali nella capitale. Negli Stati Uniti per ora i casi sospetti sono 7. Si tratta di un virus influenzale suino mutato, ovvero un virus che normalmente colpisce i maiali ma che è diventato capace di infettare anche gli esseri umani. Anzi, secondo quanto ha affermato uno dei medici che indagano sui casi negli Stati Uniti, la dottoressa Anne Schuchat, dell'agenzia federale per la salute Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), il virus sarebbe addirittura in grado di trasmettersi da persona a persona.

Il governo messicano ha deciso di chiudere le scuole e le università a Mexico City e nell’area intorno alla capitale (dove vivono 20 milioni di persone) e di avvertire la popolazione di evitare di frequentare i luoghi affollati se non è strettamente necessario, mentre chi presenta sintomi di influenza è invitato a rimanere in casa e non andare al lavoro. Il ministro messicano della Sanità, Josè Angel Cordova Saavedra, ha detto che l'epidemia di influenza suina è causata da "un virus mutante altamente contagioso" comparso per la prima volta nel sud degli Stati Uniti circa due mesi fa, mentre le autorità di Città del Messico hanno annunciato una vasta campagna di vaccinazione contro la malattia.

Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per bocca del portavoce Gregory Hartl, sostiene che la situazione è preoccupante perché stiamo osservando una attività insolita dell'influenza in cinque località (Texas, California e tre posti del Messico) in un periodo in cui la normale influenza è di solito già finita. Hartl ha sottolineato che i circa 800 casi sospetti in Messico riguardano persone giovani e in buona salute. L’Oms ha fatto inoltre sapere che alcuni dei campioni di virus prelevato presso malati in Messico hanno la stessa struttura genetica del virus che ha colpito la California: dunque, si tratterebbe dello stesso virus. L'Oms convocherà, in un prossimo futuro, un comitato di emergenza che valuterà se la situazione costituisce un evento di sanità pubblica che possa destare preoccupazione a livello internazionale.

La Casa Bianca ha ribadito che il presidente Barack Obama "prende sul serio questa vicenda e i suoi sviluppi", secondo il portavoce Reid Cherlin. Il virus noto come H1N1, ha sottolineato il ministro, "ha subito una mutazione dai maiali agli esseri umani" ed è comparso per la prima volta circa due mesi fa nel sud degli Stati Uniti, e anche se è diverso "da quello dell'influenza aviaria, che è molto più aggressivo" non è detto che i vaccini disponibili finora risultino efficaci.

24 aprile 2009

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-04-25

Febbre suina: allarme in Messico, Usa e Canada

24 aprile 2009

Il virologo: è un nuovo virus assomiglia a spagnola ma abbiamo farmaci

L'influenza da suini che ha fatto registrare casi in Messico e negli Usa sembra essere in grado di trasmettersi con contagio da persona a persona, insolito per virus di questo tipo.

Lo afferma uno dei medici che indagano sui casi negli Stati Uniti, la dottoressa Anne Schuchat, dell'agenzia federale per la salute Centers for Disease Control and Prevention (Cdc).

I cinque casi finora rilevati in California e i due in Texas, secondo il Cdc, non sono al momento tali da richiedere un aumento del livello di allarme pubblico negli Usa.

La Casa Bianca ha ribadito che il presidente Barack Obama "prende sul serio questa vicenda e i suoi sviluppi", secondo il portavoce Reid Cherlin.

I casi in Messico

Circa 900 casi umani di influenza da suini, di cui 60 mortali, sono stati registrati nelle ultime settimane in Messico: lo ha reso noto l'Organizzazione Mondiale per la Sanità (Oms), che ha annunciato un prossimo vertice, aggiungendo che un'altra decina di casi si è verificata negli Stati Uniti.

A Città del Messico, intanto, le autorità locali hanno deciso di chiudere molti istituti scolastici per contrastare l'epidemia. Il segretario alla Sanità messicana, José Cordova, ha spiegato che al momento, secondo i test di laboratorio effettuati, solo 16 delle 60 vittime di cui parla l'Oms sono state provocate con assoluta certezza dal virus. I campioni prelevati dalle altre 44 persone decedute sono ancora in fase di esame.

L'epidemia negli Usa

L'epidemia riguarda gli stati messicani di Città del Messico e San Luis di Potosì e quelli americani del Texas e della California. Nei casi statunitensi il virus è stato identificato come appartenente al ceppo H1n1 e non ha provocato alcun decesso.

La preoccupazione dell'Oms è causata dal fatto che i maiali possono servire da incubatrice per una mutazione del virus che combini il materiale genetico dei ceppi responsabili della febbre aviaria e dell'influenza da suini, in grado di infettare direttamente l'uomo.

Il sistema respiratorio dei maiali è infatti tale da renderli vulnerabili all'infezione sia di virus umani che aviari: un virus che risultasse dallo scambio dei due tipi di materiale genetico e che conservasse una quantità sufficiente del genoma del ceppo patogeno per gli esseri umani potrebbe sviluppare un'alta trasmissibilità e dar luogo a una pandemia.

Allarme scattato anche in Canada

Sono state le autorità canadesi che hanno avvisato quelle messicane sulla presenza del virus dell'influenza suina nel paese, dopo che un cittadino canadese che era stato in vacanze in Messico ha contratto la malattia, scrive oggi il quotidiano El Universal. Secondo fonti della sanità locale, citate dal giornale messicano, il turista canadese -di cui non è stata resa nota l'identità- è tornato nel suo paese mostrando sintomi di una forte influenza, e dopo esami medici gli è stato diagnosticato che la malattia era stata causata dal virus dell'influenza suina. Il malato si è poi rimesso, e le autorità sanitarie canadesi, dopo una serie di test e analisi effettuati in laboratori specializzati, hanno identificato il virus mutante, avvisando i colleghi messicani perchè prendessero le misure necessarie. Fonti del ministero messicano della Sanità, inoltre, hanno precisato che per identificare il nuovo virus dell'influenza suina hanno contato sulla collaborazione del governo canadese e del Centro per il Controllo delle Malattie di Atlanta (Georgia), negli Stati Uniti.

In Italia sistema sanitario "allertato"

Il sottosegretario alla salute, Ferruccio Fazio, ha reso noto che il sistema sanitario è "allertato" ma che al momento "non ci sarebbero rischi". Fazio ha comunque sottolineato che è già disponibile "un alto numero di dosi di antivirali per la popolazione, da utilizzarsi in eventuale caso di necessità".

Coldiretti sottolinea la necessità di estendere immediatamente l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza anche per la carne di maiale al pari di quanto è stato già fatto per quella di pollo e per quella bovina, dopo le emergenze aviaria e mucca pazza. L'Italia non importa suini o carne di maiale dal Messico mentre quella arrivata dagli Usa nel 2008 è inferiore alle 100 tonnellate - precisa Coldiretti -, ma di fronte alle emergenze sanitarie che si rincorrono servono misure strutturali con un sistema di etichettatura obbligatorio che indichi la provenienza e l'origine di tutti gli alimenti, come elemento di trasparenza per produttori e consumatori e a garanzia della sicurezza alimentare.

Si tratta - conclude Coldiretti - di una misura importante per la sicurezza alimentare con il moltiplicarsi di emergenze sanitarie che si diffondono rapidamente in tutto il mondo per effetto degli scambi, come nel caso del latte alla melamina proveniente dalla Cina, la carne di maiale alla diossina dall'Irlanda e l'olio di girasole dall'Ucraina.

24 aprile 2009

 

 

 

Febbre suina: allarme in Messico, Usa e Canada

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24 aprile 2009

Il virologo: è un nuovo virus assomiglia a spagnola ma abbiamo farmaci

L'influenza da suini che ha fatto registrare casi in Messico e negli Usa sembra essere in grado di trasmettersi con contagio da persona a persona, insolito per virus di questo tipo.

Lo afferma uno dei medici che indagano sui casi negli Stati Uniti, la dottoressa Anne Schuchat, dell'agenzia federale per la salute Centers for Disease Control and Prevention (Cdc).

I cinque casi finora rilevati in California e i due in Texas, secondo il Cdc, non sono al momento tali da richiedere un aumento del livello di allarme pubblico negli Usa.

La Casa Bianca ha ribadito che il presidente Barack Obama "prende sul serio questa vicenda e i suoi sviluppi", secondo il portavoce Reid Cherlin.

I casi in Messico

Circa 900 casi umani di influenza da suini, di cui 60 mortali, sono stati registrati nelle ultime settimane in Messico: lo ha reso noto l'Organizzazione Mondiale per la Sanità (Oms), che ha annunciato un prossimo vertice, aggiungendo che un'altra decina di casi si è verificata negli Stati Uniti.

A Città del Messico, intanto, le autorità locali hanno deciso di chiudere molti istituti scolastici per contrastare l'epidemia. Il segretario alla Sanità messicana, José Cordova, ha spiegato che al momento, secondo i test di laboratorio effettuati, solo 16 delle 60 vittime di cui parla l'Oms sono state provocate con assoluta certezza dal virus. I campioni prelevati dalle altre 44 persone decedute sono ancora in fase di esame.

L'epidemia negli Usa

L'epidemia riguarda gli stati messicani di Città del Messico e San Luis di Potosì e quelli americani del Texas e della California. Nei casi statunitensi il virus è stato identificato come appartenente al ceppo H1n1 e non ha provocato alcun decesso.

La preoccupazione dell'Oms è causata dal fatto che i maiali possono servire da incubatrice per una mutazione del virus che combini il materiale genetico dei ceppi responsabili della febbre aviaria e dell'influenza da suini, in grado di infettare direttamente l'uomo.

Il sistema respiratorio dei maiali è infatti tale da renderli vulnerabili all'infezione sia di virus umani che aviari: un virus che risultasse dallo scambio dei due tipi di materiale genetico e che conservasse una quantità sufficiente del genoma del ceppo patogeno per gli esseri umani potrebbe sviluppare un'alta trasmissibilità e dar luogo a una pandemia.

Allarme scattato anche in Canada

Sono state le autorità canadesi che hanno avvisato quelle messicane sulla presenza del virus dell'influenza suina nel paese, dopo che un cittadino canadese che era stato in vacanze in Messico ha contratto la malattia, scrive oggi il quotidiano El Universal. Secondo fonti della sanità locale, citate dal giornale messicano, il turista canadese -di cui non è stata resa nota l'identità- è tornato nel suo paese mostrando sintomi di una forte influenza, e dopo esami medici gli è stato diagnosticato che la malattia era stata causata dal virus dell'influenza suina. Il malato si è poi rimesso, e le autorità sanitarie canadesi, dopo una serie di test e analisi effettuati in laboratori specializzati, hanno identificato il virus mutante, avvisando i colleghi messicani perchè prendessero le misure necessarie. Fonti del ministero messicano della Sanità, inoltre, hanno precisato che per identificare il nuovo virus dell'influenza suina hanno contato sulla collaborazione del governo canadese e del Centro per il Controllo delle Malattie di Atlanta (Georgia), negli Stati Uniti.

In Italia sistema sanitario "allertato"

Il sottosegretario alla salute, Ferruccio Fazio, ha reso noto che il sistema sanitario è "allertato" ma che al momento "non ci sarebbero rischi". Fazio ha comunque sottolineato che è già disponibile "un alto numero di dosi di antivirali per la popolazione, da utilizzarsi in eventuale caso di necessità".

Coldiretti sottolinea la necessità di estendere immediatamente l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza anche per la carne di maiale al pari di quanto è stato già fatto per quella di pollo e per quella bovina, dopo le emergenze aviaria e mucca pazza. L'Italia non importa suini o carne di maiale dal Messico mentre quella arrivata dagli Usa nel 2008 è inferiore alle 100 tonnellate - precisa Coldiretti -, ma di fronte alle emergenze sanitarie che si rincorrono servono misure strutturali con un sistema di etichettatura obbligatorio che indichi la provenienza e l'origine di tutti gli alimenti, come elemento di trasparenza per produttori e consumatori e a garanzia della sicurezza alimentare.

Si tratta - conclude Coldiretti - di una misura importante per la sicurezza alimentare con il moltiplicarsi di emergenze sanitarie che si diffondono rapidamente in tutto il mondo per effetto degli scambi, come nel caso del latte alla melamina proveniente dalla Cina, la carne di maiale alla diossina dall'Irlanda e l'olio di girasole dall'Ucraina.

24 aprile 2009

 

 

 

Il virologo: è un nuovo virus assomiglia a spagnola ma abbiamo farmaci

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È un virus nuovo, assomiglia a quello della 'spagnola, terribile epidemia del 1918, ma è sensibile a farmaci antivirali già in uso. A fare l'identikit del virus della febbre suina che sta creando preoccupazioni, dopo aver fatto molte vittime in Messico e infettato 7 persone in Usa, è Giorgio Palù - presidente della società italiana di virologia e presidente vicario dell'European Society for Virology (Esv), battezzata oggi a Roma - che invita a non creare panico . "Siamo in una fase prepandemica e abbiamo le possibilità di controllare bene l'infezione", "Sembra si tratti - spiega- del ceppo H1N1, dello stesso sottotipo che ha prodotto la Spagnola, anche se non è lo stesso virus. Lo hanno giá sequenziato: è un virus riassortante, che ha alcune sequenze genomiche aviarie, alcune del suino e alcune dell'uomo". Lo scienziato rassicura "siamo in una fase prepandemica, che si classifica come fase 3. Non siamo ancora nella fase pericolosa di una pandemia, che è la 4. Il focolaio può estinguersi con le misure di contenimento che si stanno giá utilizzando" "La buona notizia - conclude l'esperto - che sembra sia sensibile ai farmaci antivirali, all'oseltamivir (Tamiflu). Qualora sorgesse il rischio di diffusione abbiamo farmaci utili a combatterlo efficacemente".

 

 

 

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IL FISCO

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STAR BENE

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ABITARE

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BRAVA CASA

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DONNA MODERNA

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SECONDA MANO

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PC WORLD

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FINANCIAL TIMES

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EL PAIS

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LE MONDE

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THE NEW YORK TIMES

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THE WALL STREET JOURNAL

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MAIL & GUARDIAN

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